Il clima mediterraneo che da sempre contraddistingue la nostra penisola è al centro di un forte dibattito. Nel corso degli ultimi anni le stagioni hanno subito alterazioni non indifferenti lasciando spazio a siccità, aumenti di temperature e piogge improvvise.
Un argomento davvero difficile da trattare viste le tante sfaccettature a esso legate (diluvi, smottamenti, carenza di raccolti agricoli etc.) e che riaccende il dibattito anche nel mondo del tartufo che vive di periodi specifici di raccolta e che mai come il 2022 ha subito un iniziale periodo di magra con conseguente prolungamento della stagione.
A tal proposito è importante sottolineare il dibattito che si sta aprendo per far fronte a questo problema climatico. Lo scorso settembre, durante il 13° Raduno nazionale dei Tabui, Antonio Degiacomi, il presidente del Centro nazionali Studi Tartufo, ha rilanciato la domanda che in tanti si stanno chiedendo: fino a quando potremo permetterci di aprire la stagione del tartufo bianco il 21 settembre, con prezzi così elevati e prodotti così scarsi?
Una domanda che ha raccolto consenso unanime tra i presenti e non è da escludere che la questione venga dibattuta anche a livello politico e amministrativo. All’incontro, infatti, erano presenti anche le istituzioni con il vicepresidente e assessore alla Montagna della Regione, Fabio Carosso, che presiede la Consulta per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale, e il senatore della Lega Giorgio Bergesio, vicepresidente della Commissione Attività Produttive del Senato e firmatario del disegno di legge per riformare il settore.
«Viste le conseguenze del cambiamento climatico, la raccolta dei tartufi andrebbe spostata più avanti nella stagione – ha spiegato Degiacomi – Se il prossimo autunno potessimo aprire il nostro mercato il 14 ottobre, invece che il 7 ottobre, sarebbe un segnale importante di attenzione verso il climate change».
«Oggi la cerca e cavatura del tartufo necessitano di una norma quadro più adeguata alle nuove esigenze del comparto, in grado di tutelare il tartufo e i suoi prodotti commerciali come prodotto-immagine del Made in Italy» afferma il senatore Bergesio.
Il dibattito è appena iniziato, non resta che attendere cosa accadrà nei prossimi mesi per tutelare un settore importante della nostra penisola.
Fonte: La Stampa